Il Museo delle Arti in Ghisa nella MAremma

Follonica e la malaria

🇮🇹 Fino alla seconda metà del 1800, il destino demografico della Maremma è stato condizionato dalla malaria, malattia endemica di queste terre paludose. Così il granduca Leopoldo II di Lorena descrive l’esodo e i pericoli che sprigionavano dal “padule nemico” a ghermire i pochi rimasti, nell’estate 1838:
“Verso San Giovanni partirono tutti. Partì Sivieri. Spenti i forni a Follonica e rimasti inattivi gli Edifizi. Le cose sono state lasciate ben sistemate e prescelte le Guardie Francardi e Cappellini e l’Operaio Giusto Guasti alla vigilanza dello Stabilimento e delle coltivazioni. Si chiudeva. Mancava tuttora qualcosa al Campanile e al Camposanto e tutto l’interno della Chiesa. Immense zanzare impestavano e la malinconia prendeva di veder partire tutti. La febbre viene non si sa come, in un momento: e da principio non vi si crede, ma poi bisogna credervi.”
La situazione continuò ad essere quanto mai precaria e in certi anni, come del resto ogni estate, da giugno a settembre, quando gran parte della popolazione abbandonava Follonica per “statare” altrove, assunse caratteri di autentica tragedia collettiva.
Soltanto nei primi del ‘900 e in particolare dal 1907 al 1915 si inizieranno a curare con più attenzione i mali che affliggono Follonica e le zone limitrofe. Una serie di opere eseguite all’interno del villaggio ed in zone palustri pericolose, nonché un impiego sistematico del chinino a scopo preventivo e curativo della malaria, porteranno ad un sostanziale miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e in breve alla scomparsa della malattia.
 
🇬🇧 Up to the second half of 1800, the demographic destiny of Maremma was affected by malaria, an endemic disease found in these marshy lands. Leopold II of Lorraine describes the exodus and the dangers of the hostile marsh that grab the few left like this: “On the day of St. John everybody left. Sivieri left. In Follonica ovens were shut down and buildings were inactive. Things were well fixed and Francardi, Cappellini and the worker Giusto Guasti were chosen as guardians of the factory and the farms. Closed. The bell tower, the cemetery and the church interior still missed something. Huge mosquitos infected and as everyone left, melancholy came. Fever comes in a moment, nobody knows how: at first, you can’t believe it, but then you have to.” Every summer, from june to september, when people left Follonica to spend the summer elsewhere and in certain years, the situation continued to be very precarious and took the form of a real collective tragedy.
Only at the beginning of 1900, especially from 1907 to 1915, the problems of Follonica and those of the surrounding areas were treated with attention. Some works were accomplished within the village and in some dangerous marshy areas together with a systematic use of quinine to prevent and treat malaria.
Soon the sanitary conditions got better and the disease vanished.
 
la malaria a follonica e la stagioni della fonderia